sabato 15 aprile 2023

per LA VOCE D'ITALIA “Il fascino di una Cleopatra inedita per Giuseppe Lorin” di Elisabetta Bagli

di Elisabetta Bagli Giuseppe Lorin, attore, regista, romanziere, critico letterario, autore, conduttore e giornalista, con i suoi ultimi libri, ci ha abituato a fare un’immersione nella storia e nelle tradizioni di una Roma, a volte sconosciuta ai più, che ama smisuratamente. Ma nel suo ultimo libro che esce il 10 marzo in tutte le librerie fisiche e online ci addentrerà in un viaggio nella terra dei faraoni, ponendo in risalto la figura della regina CleopatraVII della dinastia dei Tolomei. Il suo libro dal titolo “Cleopatra la schiava dei romani – viaggio introduttivo nella terra dei faraoni”, Bonfirraro Editore, ci aiuta a comprendere meglio il personaggio storico che ha illuminato e alimentato la fantasia di grandi autori e cineasti del passato. Per addentrarci in questo mondo e capire meglio cosa ha spinto Giuseppe Lorin a scrivere un libro su questo affascinante argomento preferiamo far parlare direttamente il nostro autore. “Cleopatra, la schiava dei Romani”, un titolo molto diretto e forte. Caro Giuseppe, ce lo puoi illustrare? Con il titolo “Cleopatra, la schiava dei romani”, ho inteso introdurre i lettori in un viaggio nella terra dei faraoni, partendo dalle primissime dinastie fino all’ultimo periodo che abbraccia la storia dei Tolomei, con la regina di questa dinastia: Cleopatra VII. Perché nomini proprio Cleopatra come schiava dei romani? La definizione “schiava dei romani” riferito alla regina dell’Egitto è un eufemismo che sostituisce e chiarisce, in forma affettiva, quel fascino amoroso che la stessa ha avuto su Giulio Cesare, ammirato ed amato dal popolo di Roma e dal quale ebbe un figlio ovvero, Tolomeo Cesare XV Philopátor Philométor (devoto al padre e alla madre) che venne soprannominato Cesarione perché figlio di Cesare. Il popolo romano adorava Cleopatra, più di Calpurnia, moglie di Cesare. I detrattori della regina Cleopatra e, primo fra tutti Cesare Ottaviano Augusto oltre a Calpurnia ed ad alcuni storiografi dell’epoca imperiale, hanno appositamente operato una disinformazione e una distorsione della verità affinché la regina fosse colpita dalla damnatio memoriae. E così fu. Su di lei è fiorita ogni sorta di leggenda. Quando si leggono le descrizioni che di lei ci hanno lasciato gli autori filo augustei e augustei, bisogna fare molta attenzione e vagliare accuratamente le numerose presunte “notizie” oltre ad indagare anche tra autori più neutrali o contrari al pensiero e alla critica imperiale. Alcuni autori ce la descrivono colta, poliglotta, scienziata, filosofa; altri di una spregiudicata sfrontatezza sessuale; altri ancora tanto crudele da eseguire personalmente sadici esperimenti su esseri umani condannati a morte. Quanto di questo è frutto della propaganda ostile alla regina e quanto invece esagerato dalla sua stessa corte? Di certo la sua storia fu segnata dall’incontro con gli uomini più potenti del suo tempo che, se pur sedotti dal suo fascino fatto di intelligenza e cultura, riuscirono a piegarla ai loro progetti politici. Progetti che Cleopatra accettò per trarne vantaggio per il suo regno, per sé stessa e per i suoi figli. La sua politica mirò sempre alla tutela dell’identità e dell’indipendenza della sua dinastia tolemaica. Troppi romanzi, troppe versioni cinematografiche e teatrali hanno fatto sì che si sviluppasse la necessità di “epurare” la vera immagine della regina Cleopatra andando alla ricerca, aggiungo, “disperata” almeno per me, di una documentazione storica sulla personalità e sull’attività politica della regina, in quanto mancano informazioni concrete da parte delle fonti contemporanee. È stato inevitabile parlare del prima e del dopo Cleopatra ed è per questo che mi scuso con i lettori che avrebbero forse preferito che descrivessi in tutte queste pagine, solo e unicamente Cleopatra, la schiava dei romani, ma è fondamentale per comprendere l’unicità della cultura della quale Cleopatra è figlia ma anche ultima rappresentante del mondo dei faraoni. Questo libro ha l’intento di proporre la verità storica su Cleopatra VII Thea Filopatore, Dea adoratrice del padre. Siamo innanzi a questa corposa opera letteraria di più di 400 intense pagine di storia e di vita della Regina Cleopatra. Cosa ti ha spinto a scrivere di lei e perché? Sinceramente l’idea di scrivere su Cleopatra e non solo, mi è venuta un pomeriggio durante una passeggiata nell’attesa dell’arrivo di mia moglie. Ero nell’alto parco degli Eucalipti, in viale dell’Artigianato all’EUR, qui a Roma dove intento ammiravo gli immensi riquadri a stele in travertino di Fausto Melotti (Rovereto, 8 giugno 1901 – Milano, 22 giugno 1986) e di Aroldo Bellini (Perugia 1902 – Roma 1984), che ricordano il mito di Meleagro e della sua Cleopatra, che non era la regina dell’alto e del basso Nilo, protagonista del mio saggio storico. Per scrivere un libro di questo genere è necessario fare molta ricerca per poter dare al lettore una visione completa ed esatta degli avvenimenti. Ora che il libro il 10 marzo sarà nelle maggiori librerie ed on line che sensazione avverti? Quanto tempo hai impiegato per la sua stesura e quali sono state le fonti alle quali hai attinto? Ho vissuto per quattro anni con Cleopatra, Cesare e Marco Antonio ed ora, dare addio a queste entità che mi hanno accompagnato e permesso di scrivere le loro storie e di farli rivivere qui, nella mia stanza dove a tavolino li ho materializzati con la mia sensibilità attoriale, devo affermare che mi dispiace. Ma felice di stringerli a me nel mio saggio che parla di loro e della loro vita. Le fonti antiche le ho divise in Sostenitori ed Avversari della regina dell’Alto e del Basso Egitto. I volta gabbana sono sempre esistiti ed è per questa ragione che sono stato costretto ad analizzare e soppesare con raffronti vari ciò che gli storiografi antichi riportavano nei loro componimenti o a favore di Cleopatra o a favore di Cesare Ottaviano Augusto, l’imperatore. Le fonti, alle quali ho attinto per delineare una accettabile verità storica, a lei contemporanee che sono giunte fino a noi sono il De bello Alexandrino, l’opera attribuita al console, comandante di legione, storico e politico designato da Giulio Cesare, Aulus Hirtius da Ferentinum, in cui la regina è menzionata come protetta da Giulio Cesare ed ospitata nella dimora dorata, nominata bonariamente “prigione”, sulla riva destra del Tevere verso i confini degli Horti Caesaris. Gli storici affermano che Aulus Hirtius scrisse anche l’ottavo libro del De bello Gallico, l’opera più conosciuta di Cesare; fu un sostenitore di Marco Antonio. Aulus Hirtius venne ucciso nella battaglia di Modena che si svolse il 21 aprile del 43 a.C. La sua tomba fu ritrovata a Roma nel 1938, nell’area di Campo Marzio, sotto l’attuale Palazzo della Cancelleria dove una paleo ecclesia detta di San Damaso custodiva in un sarcofago romano le ossa del letterato militare ferentino Aulus Hirtius. L’apparato architettonico della chiesa venne improntato da papa Damaso nel IV sec. d.C.. Un’altra fonte sono gli scritti dell’oratore, avvocato, politico, storico, filosofo Marcus Tullius Cicero, Cicerone, che si soffermano sulla figura di Cleopatra in modo negativo così come farà con Marco Antonio nelle sue Filippiche, poiché lui opportunista, parteggiava caldamente per l’imperatore Cesare Ottaviano Augusto. Le raccolte più complete di informazioni vengono da pochi autori romani che parteggiavano per l’imperatore Augusto, i quali presentarono la regina egizia come una donna lussuriosa e avida, probabilmente a causa della cultura maschilista romana della corte dell’imperatore, senza poter tuttavia negare la sua intelligenza: Plutarco di Cheronea, 46 d.C./48 d.C., secondo il catalogo di Lampria, fu il più antico in ordine temporale e le sue informazioni si basarono su fonti contemporanee a Cleopatra, nata probabilmente a Cipro il 29 dicembre del 70 a.C., incoronata Cleopatra VII Thĕa Philopătōr nel 52 a.C. e deceduta tra il 10 ed il 12 agosto del 30 a.C.. Scrissero della regina dell’Alto e del Basso Egitto nonché regina di Cipro i membri della sua corte, come il medico e scrittore macedone ellenico Filota di Amfissa del 55 a.C., con gli aneddoti della corte di Alessandria, e il medico dell’Ellade Olimpo, molto produttivo nel 30 a.C. che diede dei consigli a Cleopatra su come morire ed aiutata ad accelerare il trapasso. Olimpo segnava tutto ciò che di importante ed originale riguardasse le biografie dei personaggi in voga nel suo tempo; non ultimo gli scritti del romano Quintus Dellius, militare e storico del I sec. a.C., all’apice della carriera tra il 43 e il 31 a.C., nonché il bisnonno di Plutarco, Nicarco, che narra che per la battaglia di Azio i cittadini dovettero portare un carico di grano fino al mare; i suoi testi vennero tradotti più volte dal greco in latino; Cassio Dione di Nicea, il console del I sec. d.C., nella sua Storia romana, descrisse gli eventi del mondo romano al tempo di Cleopatra VII, ma non fu in grado di cogliere la complessità del declino del mondo ellenistico dopo la morte di Antonio e Cleopatra; informazioni storiche molto importanti vengono altresì da Yosef Ben Mathityiau conosciuto come Flavio Giuseppe, contemporaneo di Plutarco, il quale fu il primo ad apprezzare Cleopatra come sovrana impegnata ad una unificazione politica di intenti governativi, il cui interesse storiografico riguardò la relazione tra il regno egizio e il mondo della Giudea, basando la propria ricostruzione storica sulle memorie di Erode il Grande e sul lavoro di Nicola di Damasco. Alla sua corte tiberina, la regina riceveva: Lucio Apuleio, Sallustio, Asinio Pollione, e due ventenni Cicerone e Virgilio. Cleopatra amava ascoltare Orazio che arricchiva i suoi racconti amorosi di vergini e ninfe dalla pelle ambrata. Gli incontri nella prigione dorata sul Tevere erano arricchiti da danze e scene attoriali così come solo Publilio Siro riusciva ad organizzare. Cleopatra posò per la scultura del valente Arcesilao di Cirene che la ritrasse nelle fattezze della sacra Iside così come scolpì la Venere Genitrice su ordinazione di Giulio Cesare che la fece collocare nel suo foro, nella vallata di fronte al Campidoglio. I poeti che in età augustea, si dimostrarono opportunisti e furono dei volta gabbana furono Virgilio, Properzio, Ovidio e Orazio, mostrarono una forte avversione per la regina e furono i diffusori della propaganda a lei contraria ripresa dai loro successori e sopravvissuta per secoli, anche se fu proprio Virgilio nell’Eneide a introdurre la storia amorosa di Antonio e Cleopatra nell’immaginario collettivo. Cleopatra viene inoltre menzionata in molti altri testi latini, sia storiografici sia poetici, da cui si evincono alcuni dettagli altrimenti sconosciuti della sua vita così come ce la riportano: Appiano, Lucano, Marziale, Strabone, Gaio Svetonio Tranquillo, Velleio Patercolo, Zenone di Isauria, ed altri. Zenone di Isauria, fa visita al Tempio di Dendera e dà disposizione al trasferimento dei sarcofagi di Cleopatra e di Marco Antonio in Cirenaica, a Tolmeita, nel Mausoleo della famiglia reale dei Giuba e Giuba II sposò la figlia di Cleopatra VII e di Marco Antonio, Cleopatra VIII. Poi la tomba venne conosciuta come Mausoleo dei Tolomei. La visione romana su Cleopatra, la sensazione del popolo dell’Vrbis Romae, è racchiusa nella breve biografia, l’unica giuntaci dal mondo antico esplicitamente scritta su di lei, è contenuta nel De viris illustribus urbis Romae, resoconto di un anonimo del IV secolo la di cui struttura è sotto forma di biografie di illustri personaggi della repubblica romana, lo storiografo inizia con Romolo e termina con Marco Antonio e Cleopatra, ed è suddiviso in 86 brevi capitoli. I Capitoli dal 72° al 76° sono relativi all’età delle guerre civili, con le biografie di Emilio Scauro, Lucio Apuleio Saturnino, Lucullo, Silla, Mitridate, Pompeo, Cesare, Ottaviano, Catone Uticense, Cicerone, Bruto, Cassio, Sesto Pompeo, Marco Antonio e Cleopatra. Si suppone che l’anonimo del IV secolo fosse o Gaio Giulio Igino o Giulio Floro, entrambi storiografi della corte imperiale. Cleopatra è stata una delle donne con più potere dal punto di vista politico della storia antica. Pensi che oggigiorno esistano figure politiche femminili che possano assimilarsi in importanza o strategia alla regina egizia, contestualizzando il suo modo di agire all’epoca in cui viviamo? Cleopatra è antesignana del pensiero europeo, una eroina ante litteram d’Europa; è stata la prima Ursula von der Leyen della storia. Stirpe generata in Macedonia ellenica, radici e legami fraterni con l’Africa del filoellenicos Nectaneb I della XXX Dinastia (378-341), con Cipro dove ancora ci sono le rovine della reggia del faraone e dove nacque la madre di Cleopatra VII la cipriota. Tutta l’area del Mediterraneo è stata toccata dai commercianti egizi, e Roma che catturò il cuore di Cleopatra. Cleopatra VII, intesa come strumento di pace dalle radici europee trapiantate in terra d’Egitto, sembra essere ancora viva! Cleopatra e l’affermazione di identità per la sua dinastia, i suoi figli e per sé stessa come donna. Come viene trattato questo aspetto nel tuo libro? La giovane Cleopatra iniziò a viaggiare alla volta dell’Vrbis Romae con suo padre, Tolomeo XII, in missione politica, per chiedere favori a Giulio Cesare. Compiva questa missione per salvaguardare la sua dinastia, la sua famiglia. Fu una delle tante lezioni che il faraone impartì alla figlia che non venne notata da Cesare, era proprio una bambina insignificante! Ma il trascorrere del tempo muta le fisionomie ed imparò a proteggere i suoi tre figli avuti da Marco Antonio. Questo fascino per la storia antica che si evidenzia nei tuoi libri, da dove deriva? Avendo avuto genitori sia di Padova sia di Capua ed abitando nella capitale, sin da piccolo la nostra casa era visitata da parenti del Nord e del Sud Italia. Così mia mamma, per rendersi libera a casa nelle preparazioni di accoglienza, mi mandava con loro nella visita turistica di Roma. Ed eccomi trasformato in un Cicerone, senza Filippiche, perché quelle le riservavo alla mamma appena partiti i parenti. C’è da dire che frequentai l’Istituto Tecnico per il Turismo “Marco Polo”, dove la professoressa di Storia dell’Arte ci portava a conoscere nel dettaglio la nostra meravigliosa Roma, antica e moderna. Ed è qui lo sbocciare di questa mia personale passione per l’Vrbis Romae, fondata il 21 aprile 753 a.C.. Perché dovremmo leggere il tuo libro? Se amate la Storia, se amate trovare le corrispondenze tra gli eventi passati e l’attualità per poter crescere in sintonia con l’evoluzione dell’umanità, allora questo saggio è la scelta ideale per intraprendere un percorso di equilibrio e bellezza. Siamo impazienti di leggere il tuo libro e di trascorrere bei pomeriggi insieme alle avventure e alla personalità di Cleopatra. Ti ringraziamo per questa meravigliosa conversazione e ti aspettiamo presto a Madrid.

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