di Giuseppe Lorin - L’esperienza mistica di un visita alla grotta sulle sponde del fiume Gave, nel luogo delle rivelazioni private di Maria, madre di Gesù, a Bernadette Soubirous a Lourdes la auguro a chiunque, atei, agnostici, credenti e non credenti. È una sensazione inizialmente “innocua”, ma che lentamente ti invade di serenità e di gioia inspiegabile, che ti rimarrà per sempre. Dal 29 aprile al 5 maggio 2010 sarò presente per la seconda volta nella grotta scavata nella rupe di Massabielle sul Gave, piccolo sobborgo vicino Lourdes, ai piedi dei Pirenei. Si dice che per essere considerato aficionados de Bernadette bisognerebbe andare in quella grotta minimo 18 volte, per ossequiare in questo modo le 18 apparizioni della Mamma celeste qui, in questo santo luogo.
Era giovedì 11 febbraio del 1858. Nei pressi di Lourdes, Bernadette, 14 anni, raccoglie legna in compagnia di sua sorella Toinette e di un’amica, Jeanne Abadie, chiamata Baloume. Mentre cercano di attraversare il corso d’acqua, Bernadette rimane sola; un rumore le fa alzare il capo verso la Grotta che si trova proprio sulle sponde del fiume Gave, istintivamente afferra il suo rosario. Vede una signora vestita di bianco, con una cinta celeste color del cielo, che ha fra le mani un rosario e sui piedi delle rose gialle. La bambina quattordicenne è spaventata da quella apparizione, fa velocemente il segno della croce imitando la Signora e come Lei, si mette a pregare, non riesce a parlare ne a gridare. Bernadette ha solo un’educazione elementare ed è ignara delle grandi dottrine religiose; terminata la preghiera, la Signora svanisce nel nulla. Lei corre dalle compagne e chiede se hanno visto anche loro qualche cosa. Toinette le fa mille domande ed alla fine Bernadette, con il cuore in tumulto, racconta l’accaduto, facendosi promettere di mantenere il segreto. Dal 21 febbraio torna alla Grotta accompagnata da un centinaio di persone, la Signora però si rivela soltanto a lei. Lunedì primo marzo avviene il primo miracolo. La mattina, una folla di millecinquecento persone, tra le quali, per la prima volta un sacerdote, accompagna Bernadette. Nella notte, una donna, Caterina Latapie di Loubajac, recatasi alla Grotta ritrova la mobilità al braccio slogato. Bernadette, giovane, senza istruzione, con la sua purezza ingenua da fanciulla è stata in grado di accogliere il messaggio di fede della Signora di Lourdes. È ora la santa protettrice degli ammalati e patrona della città dei Pirenei.
Questa in sintesi la storia della rivelazione a Bernadette. Il film “Lourdes” per la regia di Jessica Hausner, viennese, di radici cattoliche, è un apparente “ingenuo” documentario dove la sensibilità inconsciamente religiosa della regista sembra prendere le distanze da certi dogmi anticlericali ed atei per antonomasia, pur filmando delle scene di ballo tra un prete ed una suora. Non per nulla Freud analizzò l’ambiente viennese! È un film che fa riflettere, ed in prima istanza fa riflettere la regista – (Carissima Jessica Hausner, lascia che la tua anima accompagni la tua sensibilità religiosa, non aver timore di critiche superficiali al tuo essere profondamente credente. N.d.A.) - che per più di un anno ha frequentato le autorità ecclesiastiche per carpire loro le autorizzazioni ed i permessi per girare dal vivo, in loco. La semplice sceneggiatura parla di Christine che è costretta sulla sedia a rotelle da una sclerosi multipla, a placche.
La sua volontà di abbandonare la sedia, la porta in pellegrinaggio alla grotta di Massabielle tra le montagne dei Pirenei; e pensare che si trova lì controvoglia! Questo pellegrinaggio lo prende come una vacanza, per distrarsi dall’inevitabile costrizione sulla sedia a rotelle. Sinceramente preferirebbe mete culturali, come Roma, ad esempio. Non prega volentieri, come gli altri, e anzi è quasi infastidita dalle persone sane. Una notte si sveglia come pervasa da una strana forza misteriosa e riesce a mettersi in piedi. È osservata dalla sua “inquilina” di stanza d’albergo ed in breve diventa la star del pellegrinaggio a Lourdes, la miracolata. Il “miracolo” ha vita breve e vediamo la nostra bravissima attrice Sylvie Testud, nel ruolo di Christine, risedersi, delusa, sulla sedia a rotelle dopo una sfortunata caduta in sala da ballo.
Ricordo che Sylvie Testud non è solo un’attrice ma è anche l’autrice di “Senza Santi in Paradiso” edito da Salani. Questo film “documentaristico” di un pellegrinaggio organizzato dal Sovrano Militare Ordine di Malta ha un pregio, non crea quel disagio di blasfemia, ne quella sensazione di aver sporcato un agnello, è un film che fa riflettere su situazioni analoghe, senza annoiare. Avrei evitato di riprendere in un fotogramma il compianto S. E. l’Arcivescovo Pio Laghi, Pro-Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta. Nel film Bruno Todeschini interpreta un Capo gruppo operatore volontario barelliere del Sovrano Militare Ordine di Malta, molto attento al gruppo, che con la sua attrazione riesce fatalmente a distrarre dalle angosce di una vita di sofferenza Christine. Critiche se ne possono fare agli atteggiamenti frivoli di alcune volontarie e volontari che impegnano il loro goffo aiuto ai malati, mentre flirtano con i “militari” al seguito, così come avviene nella realtà di un qualsiasi pellegrinaggio, ma in questo contesto in particolare, risulta a discapito della difesa della fede e aiuto ai poveri, tuitio fidei et obsequium pauperum, sacro motto del Sovrano Militare Ordine di Malta. Forse per la regista Jessica Hausner c’è stato realmente un piccolo miracolo terreno, è quello dei 7 premi vinti: Premio SIGNIS 2009 Premio BRIAN dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti 2009 Premio LA NAVICELLA 2009 PREMIO FIPRESCI 2009 VIENNA INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2009 VARSAVIA INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2009 SEVILLA FESTIVAL DE CINE EUROPEO 2009 Un caso più unico che raro.
recensione tratta da http://www.lunico.eu/ 22 febbraio 2010
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.